mercoledì 7 marzo 2012

Cristiani/ Musulmani e la strage di Alessandria

Cosa accade in Alessandria;
A molti di voi sarà sicuramente capitato di riflettere sul continuo contrasto tra civiltà a cui stiamo assistendo dall’undici settembre.
Due mondi vengono a contrasto tra paura, incomprensioni ed ignoranza; ciò che è accaduto in Egitto e ciò a cui assistiamo da tempo tramite la lente dei mass media ne è un esempio.
Ebbene, sicuramente avrete visto il film “Agorà”, dove proprio ad Alessandria si muovono le sorti di una brillante Filosofa/Astronoma, Ippazzia, combattuta tra intransigenze religiose e scontri tra ebrei, musulmani e cristiani copti.
La diatriba tra queste religioni dunque è di antica fattura in quei territori; instabili sia politicamente che economicamente. I cristiani copti rappresentano una maggioranza silenziosa, vessata ed economicamente umile; infatti è un cristianesimo nato intorno alle figure di santi ed asceti nel nord Africa, scomparso in altri luoghi, ma sopravvissuto in quelle terre proprio perché storicamente perseguitato.



Mi è capitato di leggere alcuni scritti di fratelli musulmani, in cui si elogiava lo scarso potere politico dei copti, additandoli alla strenua di classe sociale debole e senza identità politica, disponibile e favorita nelle carriere politiche ed amministrative proprio perché rappresentante di persone abituati all’essere comandati.
Si elogiavano questi "strati sociali" come “cuscinetti” anti sommossa, poiché in quelle terre, sempre esposte al continuo pericolo di capovolgimenti politici e colpi di stato, avere una maggioranza modesta e statica è assai conveniente; “come gli eunuchi e gli schiavi ebrei ai tempi dei faraoni” (pensiamo che in Egitto esistono gli “zabbalin”, uomini di umili origini addetti alla raccolta dei rifiuti per la loro differenziazione; la maggior parte di questi risulta composta da cristiani).

Ciò ha scaturito in me una profonda amarezza, mista ad una vaga ironia; leggere di una classe così storicamente martirizzata ed allo stesso tempo presentata come “favorita” per l’ascesa politica egiziana mi ha fatto specie.
Contraddizione troppo palese per non essere colta.
Tuttavia mi rendo conto che queste sacche di ignoranza e di insofferenza verso etnie diverse dalla nostra vengono amplificate nei contesti di crisi economica.

È sin troppo facile additare chi “non conosciamo” come causa della cattiva gestione della cosa pubblica; la maggioranza musulmana avrà fatto sicuramente questo verso i cristiani additandoli, prima come favoriti politicamente, poi come corrotti e servi del potere; così come la bassa borghesia tedesca degli anni 40 soffriva vedendo il deficit pauroso del loro paese aumentare dopo la sfortunata campagna militare del 15/18... sfociando nel socialismo e nell’antisemitismo hitleriano, così la maggioranza dei musulmani percepisce la classe copta come un connubio di ladri.
Se poi consideriamo la storica povertà in cui vessa l’Egitto e la dipendenza politica/economica che ha verso i paesi occidentali otteniamo un quadro maggiormente aggravato.



 Ma non voglio essere assolutamente accusatore verso questo o quel pensiero politico-religioso. Chi mi conosce sa quanto amo la cultura tedesca ed allo stesso tempo non criminalizzo la Germania; ipsa res per quanto riguarda l’Egitto. Non criminalizzo i musulmani ma focalizzo la mia analisi sulle “reciproche ignoranze”, sulle “incomprensioni” che sussistono tra queste due culture rese lontane ancor più da figure politiche di basso spessore.

La colpa ricade su uomini come Hitler, e nel caso specifico di Hosni Mubarak , che sicuramente avrà da scontare la rovinosa amministrazione di tutte quelle ricchezze che arrivano dal turismo e dalle istituzioni internazionali filo americane.
Così come i musulmani in Egitto hanno una visione distorta dei Cattolici, noi abbiamo una visione distorta dei musulmani in Italia, continuiamo ad avere una visione distorta dei Rom, per motivi storici avemmo una visione distorta del popolo ebreo (vedasi le leggi razziali fasciste).

 Soffermandoci ad analizzare gli episodi del 2008, dove un cristiano, Rami Khilla, rintracciò un musulmano e sua sorella (cristiana) al Cairo, fuggiti per amore; uccise lui ferendo gravemente la sorella. Allo stesso modo, una settimana prima, un cristiano fu ucciso in una lite con un musulmano, lite scoppiata perché il musulmano corteggiava una ragazza cristiana.
Nel 2009 un cristiano fu accusato di violenza sessuale nei confronti di una dodicenne, la vicenda di Nag Hammadi, e la comunità musulmana reagì sparando sui cristiani che uscivano da una messa facendo sei morti.
Sono episodi che mettono in luce la realtà culturalmente povera di quei territori, che vivono di faide e di “onore” così come viveva l’Italia degli anni 50 dove una società ancora patriarcale e contadina si difendeva con “i delitti d’onore” che depenalizzavano l’omicidio di donne traditrici o che, quantomeno, profondamente maschiliste, relegavano la donna in un ruolo di secondo ordine.

Da aggiungere che sono molti i musulmani che conoscono le lingue occidentali, dunque da loro è chiaramente percepito l’atteggiamento diffidente ed anti-islam che si ha nei loro confronti, ma chi spiega loro che la nostra società è comunque molto più complessa da non essere assolutamente allineata a questo anti islamismo sin troppo “superficiale” e “facilone” così come proposto dalla televisione?
Ricordate quando dall’Albania arrivavano flotte di navi di profughi convinti di trovare “l’El dorado” in Italia, solo per quello che potevano loro vedere dalle tv italiane dove si vincevano “milioni” così facilmente, mentre loro pativano la fame e le guerre etniche? Quale visione può avere un musulmano Egiziano dell’occidente dalla semplice tv commerciale?
Per non citare i nostri lati oscuri e nelle nostre paure, i nostri mostri che tanto hanno fatto bene a partiti quali la “Lega”, che hanno fatto della questione dell’immigrazione un mero “cavallo di Troia” verso il successo politico degli ultimi anni (recentemente l'Italia è stata multata dalla corte europea per condotta deprecabile in merito all'imigrazione).

Si arriva così all’attentato del 2011; alla polemica del mondo musulmano alle accorate parole del Papa; allo scontro tra destra (anti islam e conservatrice) e sinistra; alla strumentalizzazione ed alla faziosità di questo o quel politico.

A noi resta da informarci, leggendo, studiando anche chi ci è lontano, perché se il mondo ormai si è globalizzato, non possiamo più ragionare con la mentalità nazional-paesana che, purtroppo, ci contraddistingue... o a cui vogliono abituarci.

L’obbligo morale della partecipazione e della formazione dei nuovi cristiani, dei nuovi politici, dei nuovi cittadini è sacrosanto; unica arma in grado di vincere e contrastare l’imperante modello di “ignorante” e “tv-dipendente” voluto, ovviamente, da un elite di politici ed amministratori mediocri che tutto hanno da guadagnare dal nostro scarso senso critico.

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