lunedì 23 gennaio 2012

Megaupload chiude


Sinossi:

Premesso che... con cicciobombaMEGAchiattone, dietro le sbarre siamo tutti contenti perchè lucrava su materiale non di sua proprietà...


MA

L'Fbi, per chiudere un server che ospitava materiale pirata, ha infranto la legge censurando anche chi aveva contratti con questa azienda del tutto leciti per materiale non pirata (si deduce perso): "Danni collaterali"
Chi risarcisce?
Terrorismo psicologico?
Stato fascista?
Abuso di territorialità del diritto anche verso utenti non americani ma danneggiati da una forza dell'ordine americana?
Si estingue il 7% (non il 4%- fonte la Repubblica) del traffico internet ( [OT ironic mode on]ma sta ciofega di adsl telecom continua a darmi meno del 50% dei 10M di contratto) e altri siti iniziano ad autocensuarsi: Videobb, Filesonic.

L'intervento è stato senz'altro voluto dalle Major (non certo un rigurgito di moralità e lotta alla pirateria), che stanno iniziando a stringere contratti con piattaforme (vedi youtube netflix) per incanalare lo streaming verso modalità di fruizione e pagamento legali (ma youtube non ha contenuti anche illegali? Si... allora due pesi due misure?)... Forse le major riescono a scavalcare gli accoridi con le televisioni digitali su internet (vedi l'italianissimo premium net) massimizzando invece i guadagni su altri lidi?

Di qui le domande che ci sconvolgono, perché moneta ed ideale non vanno mai in accordo:
Internet, sede di contenuti culturali come wikipedia e tanti altri materiali formativi (liberi e divulgativi, ad accesso gratuito), "open space, Agorà" di discussione per rivoluzioni culturali, può anche essere usata per "vendere" in sovrapprezzo (prezzo deciso dalle Major) contenuti culturali di loro proprietà? Oppure, perché sta in rete... allora DEVE essere gratuito.. per il significato stesso che ha la rete?
Sin quando la rete serve per ingrassare Zukemberg et similia ("commerciale" mascherato da idealista) allora è lecito parlare "di rete" nei suoi aspetti più brillanti, accattivanti e rivoluzionari; quando invece consente ad un operaio di scaricarsi un film, altrimenti irraggiungibile perchè il biglietto del cinema gli costa 4 euro (infrasettimanale) dunque non può mai portarci la famiglia (5 persone) e bruciare 20 euro per un film... non lo è? (Una sorta di Robin Hood a comando)

Data la politica fallimentare del proibizionismo, la storia ci insegna poco... men che meno agli americani.

Perché non pianificare piattaforme legali che offrano l'usufrutto di questi contenuti a prezzi popolari? (un film in blueray 3d 30-40 euro è uno scandalo, o un lusso per pochi)...
Che poi l'operaio cassaintegrato, sia "DROGATO" dal marketing (pagato dalle major) e si compra una televisione 3d ed un i-phone4 di 700 euro... questo è un altro discorso.

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